Tomás Saraceno. ARIA – Palazzo Strozzi colpisce ancora

Al via con la prima mostra 2020 di Palazzo Strozzi, “Tomás Saraceno. Aria”. Un viaggio sensoriale e ambientale che tutti dovrebbero intraprendere.

La nuova mostra di Palazzo Strozzi “Tomás Saraceno. Aria”, è partita il 22 febbraio e sarà a disposizione del pubblico fino al 1° novembre 2020. Siamo stati a vederla in anteprima per potervi raccontare che tipo esperienza vi attende.  

Innanzitutto partiamo da Tomás, nato a San Miguel de Tucumán in Argentina nel ’73, parla un quasi perfetto italiano avendo passato l’infanzia nel Bel Paese e avendo poi studiato allo IUAV di Venezia da più grande. L’impressione che ci ha dato è del classico “tipo alla mano con cui bere una birra e perdersi nell’ascolto delle sue riflessioni”. Sì, perché questa mostra ti dà l’inconfutabile certezza che l’arte non sia solo l’espressione dell’artista, ma un percorso carico di significati e di connessioni. 

Come lo racconta Saraceno? Attraverso i ragni.

I ragni sì, proprio loro. Forse gli aracnofobici avrebbero da ridire, ma chiunque altro uscirà da Palazzo Strozzi con l’insensata voglia di rinascere ragno in un modo molto più assoluto e reale rispetto alle puntura di Spiderman. 


Come spiega Saraceno, i ragni costruiscono la loro ragnatela, il loro universo, con una tale devozione, da lasciarsi morire di fame senza di essa. Mangiano soltanto ciò che essa cattura, vedendo molto poco si affidano totalmente ai fili tessuti con minuziosa unicità e intimità. La mostra è un invito a perdersi nel buio, affrontare le proprie paure, e ritrovarsi infine padroni dei propri fili.

Delle vere e proprie opere d’arte della natura, le ragnatele, sono inoltre una splendida metafora. 

Il bisogno umano di rete sociale e interconnessione, caratterizzanti della società odierna, in una versione però originaria, di rispetto tra uomo e natura, di contaminazione tra le diverse scienze. Una proposta rivoluzionaria del concetto di arte, quella di Saraceno, “filosofica e quasi politica” dice il sindaco Dario Nardella. Infatti Saraceno colpisce con il suo studio scientifico, ambientale e fisico riportato all’interno delle sue opere.


Un viaggio sensoriale tra luci, suoni, natura, domande esistenziali e ARIA. 

Da qui il nome della mostra, dall’elemento che muovendosi causa frizioni e vibrazioni, che si sposa perfettamente con un Palazzo Strozzi completamente spogliato per l’occasione. Saraceno omaggia l’aria, oggi così contaminata, con installazioni che sognano una nuova era di comportamento ecologico, che traggono ispirazione dalla purezza dell’elemento che respiriamo ricordandoci che il nostro solo passaggio, calore, interazione, causa movimento e quindi arte, sempre. 


La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dallo Studio Tomás Saraceno. Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze e Fondazione CR Firenze. Con il supporto di Terna. In collaborazione con Manifattura Tabacchi e con la partecipazione di IED. 


Credits foto header: Tomás Saraceno, A Thermodynamic Imaginary, 2020 © Photography by Ela Bialkowska, OKNOstudio