Storie d’amore storiche: 1. Dante e Beatrice, la ragazza inarrivabile

Dante e Beatrice: nel mese dell’amore raccontiamo in chiave moderna alcune delle coppie storiche fiorentine più interessanti insieme a Lucia Montuschi, storica dell’arte e tour operator.

Il nostro primo appuntamento con l’amore fiorentino è con Dante e Beatrice Portinari, una delle storie più conosciute della cultura italiana e fiorentina. A raccontarci di questo amore impossibile tra ceti sociali troppo distanti è Lucia Montuschi, storica dell’arte e titolare del tour operator Exclusive Connection:

“Su Dante e Beatrice si dicono sempre molte cose avendo però pochissime informazioni, è diventata una storia di amore leggendario come quello di Romeo e Giulietta! Dante vede Beatrice per la prima volta all’età di nove anni per poi ritrovarla ben nove anni dopo, ai diciotto, e rimanerne completamente folgorato; oggi diremmo che è stato un vero colpo di fulmine. Una rilettura romantica ottocentesca narra che i due si siano incrociati al pozzo situato all’interno del Palazzo Spini Feroni, oggi sede del Museo Ferragamo…

Questo incontro non può avere seguito, i ceti sociali sono veramente incompatibili per quei tempi. In una Firenze turrita e murata, segnata dalle grandi rivalità familiari, Dante è un personaggio politico con cariche importanti, eletto priore, è un intellettuale attivo che vive il suo momento storico insieme a S. Francesco e a Giotto, gettando le basi del primo rinascimento e del nuovo umanesimo: nuovi rapporti con la lingua, con la spiritualità e con la pittura. 

Nonostante tutto Dante resta pur sempre un Alighieri, niente in confronto con una Portinari. Beatrice è figlia di Folco Portinari, priore di Firenze, banchiere e uomo di grandissimi possedimenti legato ancora oggi alla storia di Firenze per le sue donazioni avvenute grazie a Monna Tessa, balia di Beatrice, che intercede per la costruzione dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.

La famiglia diventerà un caposaldo per il mecenatismo fiorentino, basti ricordare l’opera di Tommaso, Agente di cambio per i Medici a Bruges, che porterà a Firenze il famosissimo Trittico Portinari, esposto a lungo nella Chiesa di Sant’Egidio, prima di essere esposto alle Gallerie degli Uffizi.  

Altissima borghesia! Un matrimonio nemmeno pensabile, lei infatti si sposa con un Bardi, famiglia con una cappella nella Basilica di Santa Croce alle ali del transetto, importantissima. Bardi e Portinari sono grandi imprenditori nella Firenze del tempo, che vede crearsi il banco fiorentino e il successo economico. Mentre Dante si sposa con Gemma Donati, anche loro per convenienza sociale. 

Insomma, un amore impossibile e mai formato che si racchiude nell’ambizione, di Dante, di trasformarlo in qualcosa di sublimato. È rimasto nella mente del poeta che lo ha elevato tanto da creare questa donna angelica che lo guiderà attraverso il paradiso. Una figura e una bellezza eterea, “tanto gentile e tanto onesta pare”, che verrà raffigurata più volte come una fata, senza peso, sospesa. 

Beatrice infine morirà molto giovane, sembrerebbe di parto, e verrà sepolta come consuetudine con il marito, nella cappella bardi in santa croce, ma tutti la cercano nella chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, dove i due si incontrano per la seconda volta, vicino alla Casa di Dante, e dove i Portinari avevano una Cappella.

Quando entriamo nella chiesetta e visitiamo la sua tomba, troviamo accanto un cestino in cui i visitatori lasciano lettere d’amore. Perché, sebbene sia una storia leggendaria, qualsiasi forma di amore è sempre attuale. Pensate, non riuscire a trovare un punto di unione, vivere un amore platonico, a distanza, magari attraverso uno schermo… chi di noi non ci si ritrova? Un amore più intimo, personale e profondo che forse non conoscerà vita terrena ma custodirà il sentimento”. 


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