Perché visitare il Parco di Pratolino (Villa Demidoff)

Un parco monumentale alle porte di Firenze che vale la pena di scoprire.

Hai mai sentito parlare del Gigante dell’Appennino?
È una delle meraviglie custodite nel Parco di Pratolino e uno dei motivi per cui la visita al parco ti sorprenderà.
Il Parco di Pratolino, situato lungo Via Bolognese, sulle colline di Firenze in direzione del Mugello, ha una lunga storia, è uno dei parchi più grandi dell’area metropolitana di Firenze e dal 2013 è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco.


Il Parco di Pratolino per chi ama la storia


Il complesso è in realtà una Villa Medicea, che però ha un nome russo: Villa Demidoff.
Come mai?
Perché nel 1872 il parco fu venduto al principe russo Paolo II Demidoff che ristrutturò gli edifici all'interno della proprietà, ampliando la villa che da allora ha preso il suo nome e risistemando il parco dandogli l’aspetto odierno, che potrai ammirare in tutto il suo splendore. 
La villa con parco fu acquistata in origine da Francesco I de Medici nel 1568 e si narra che il suo intento fosse di renderla un luogo fiabesco per la sua seconda moglie Bianca Cappello; per questo affidò i lavori di costruzione al genio di Bernardo Buontalenti.
Non tutti i prodigi architettonici del maestro sono arrivati ai giorni nostri, quindi dovrai un po’ immaginarti com’era (pare che fosse un luogo davvero magico, con giochi d'acqua e automatismi, un labirinto, fontane e grotte), ma molte delle meraviglie sono ancora visibili.
Alla morte di Francesco I e di Bianca il parco e la villa furono abbandonati dalla famiglia e caddero in stato di abbandono fino all’arrivo dei Lorena nell’Ottocento, che riportarono il parco a nuova vita, dandogli l’aspetto “romantico” tipico dell’epoca. 


Un mix perfetto di arte e natura


Il parco è una vera e propria opera d’arte diffusa immersa nel verde, con grotte artificiali, fontane, edifici e sculture stupefacenti: la Locanda, la Cappella del Buontalenti, la Vasca della Maschera, la Grotta di Cupido, la Grotta del Mugnone, la Paggeria, la Grande Voliera e ovviamente il Gigante dell'Appennino.
Il tutto circondato dall’atmosfera del giardino romantico tipico dell’Ottocento.

Il parco è anche un'importante riserva naturale, perché custodisce molte piante secolari come querce, farnie, cedri e ippocastani ed è la casa di molte specie animali come daini, volpi e lepri. L'area che si può visitare coincide prevalentemente con quella monumentale, ma per gruppi organizzati è possibile richiedere l'apertura di alcuni luoghi normalmente chiusi, scegliendo tra un percorso storico-artistico e un percorso naturalistico, perfetto per gli appassionati di trekking o semplicemente… per rigenerarsi nella natura. 

Il Gigante dell’Appennino


Solo lui basterebbe per convincersi a visitare il parco.
Metà uomo, metà montagna, il gigante nato dalla mente e dalla mano dello scultore fiammingo Jean de Boulogne (noto come il Giambologna) che lo realizzò nella seconda metà del Cinquecento, ti stupirà per la sua maestosità e per la sensazione di realismo che emana. 
Una statua in muratura di oltre 14 metri, rivestita di intonaco e pietra, che per come è stata creata sembra davvero in procinto di alzarsi ed uscire dalle acque ricoperto di fango, un movimento possente reso eterno dalla sua rappresentazione plastica.
Un vero e proprio spettacolo scultoreo che ti lascerà senza fiato.

Esiste addirittura un detto popolare che recita: “Giambologna fece l’Appennino, ma si pentì d’averlo fatto a Pratolino”. Non si sa se sia vero, ma è certo che se la gigantesca statua fosse stata collocata in centro storico, ad esempio in Piazza della Signoria, la sua fama sarebbe oggi molto più estesa.