La cucina vietnamita riempie ovunque i marciapiedi di Hanoi e Saigon, ma ha un carattere delicato e raffinato. Il gusto non deve essere troppo piccante, dolce, salato e nemmeno eccessivamente agrodolce. E allo chef è richiesto anzitutto un connubio di successo tra le diversi componenti. Soprattutto è richiesta una buona combinazione di Yin e Yang, nella ricerca di un perfetto equilibrio tra le due forze che sono al tempo stesso complementari ed antagoniste all'interno di tutti i fenomeni ed aspetti della vita.
Lo Yin rappresenta la terra, un elemento femminile, scuro, umido, ad energia passiva, mentre lo Yang è il cielo, maschile, asciutto, caldo, ad energia attiva. E i vietnamiti cercano di applicare la teoria dello Yin e Yang anche in cucina: ogni portata tiene conto della ricerca dell’equilibrio tra gli ingredienti, nella convinzione che solo nell'equilibrio si trovi la chiave del benessere.
Tutti i cibi crudi e freddi sono sempre Yin, come possono essere la verdura e la frutta, mentre cibi Yang sono i cereali integrali, gli ortaggi a radice, la carne bianca e rossa e i formaggi stagionati. E non deve dunque sorprendere se nell'insalata ci finiscono sia il pollo che i gamberi. O se i frutti di mare, che sono elementi ‘freddi’, devono essere accostati con la salsa ginger o la citronella (o lemongrass che dir si voglia), il limone o i peperoncini.
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